Fernand (Sami Frey), Alex (Christine Murillo) e Louis (Mario Gonzales) vivono in insieme in una casa di periferia. Si amano e hanno costruito insieme una quotidianità inconsueta ma efficace. Una notte, Fernand incontra Sylvie (Nicole Jamet) e la porta a casa. È tempo di trovare nuovi equilibri.

Al suo primo lungometraggio di finzione, Coline Serreau dirige forse la sua opera migliore, raccontando un amore fuori dagli schemi ma del tutto realistico e sincero. La sceneggiatura, a opera della stessa regista, regala dei dialoghi brillanti che sotto la superficie nascondono una profonda malinconia: i tre protagonisti sono fuggiti dalle loro precedenti vite che hanno lasciato più d’una cicatrice emotiva, e insieme si consolano e costruiscono un futuro all’interno di una relazione non monogama che disorienta la società attorno a loro. Ma il loro ménage funziona, tra i normali alti e bassi, mentre sono le coppie così dette tradizionali e sfaldarsi, non riuscendo a evolversi con la stessa elasticità. La regia è delicata e mai giudicante, ritraendo con grande delicatezza un tema che sarebbe considerato pungente perfino oggi, seppur manchi qualche guizzo realmente degno di nota che possa rendere questa pellicola maggiormente incisiva. Sotto la comunque riuscita facciata da commedia romantica sui generis, si celano importanti riflessioni sul mondo relazionale e sulle sue varie forme. Sottovalutato e dimenticato, un esordio da non sottovalutare.