New York, anni ‘60: Seymour Krelborn (Rick Moranis) è un maldestro commesso che lavora al negozio di fiori del signor Mushnik (Vincent Gardenia) assieme alla bella Audrey (Ellen Greene). L'assenza di clientela sta per far chiudere il negozio, quando Seymour espone una piantina che inizialmente è un successo, salvo poi rivelarsi assetata di sangue umano. In origine fu un film di Roger Corman (1960), poi un'opera teatrale firmata Alan Menken e Howard Ashman: ecco il percorso de La piccola bottega degli orrori prima che Frank Oz decidesse di proporne un riuscito remake. Tra black comedy e musical, la pellicola scorre rapidamente, scandita da un'ottima colonna sonora, così come la regia di Oz, impreziosita da alcuni virtuosismi tecnici e da un montaggio puntuale ed efficace, si rivela adatta a rendere omaggio al gusto cupo e beffardo della materia originale. Menzione particolare va fatta per gli interpreti: Rick Moranis regala una prova di livello, dimostrandosi anche un buon cantante, affiancato dalle apparizioni di James Belushi e di Bill Murray e da uno Steve Martin inedito ed esilarante. Il risultato? Un viaggio tra risate, buoni effetti speciali (per cui ricevette anche una candidatura agli Oscar) e una trama semplice – e vittima di qualche momento fin troppo scolastico – ma narrata in maniera intrigante e ben equilibrata tra i differenti registri messi in campo.