Un remoto villaggio delle Ardenne è colpito da una misteriosa calamità: la primavera si rifiuta di arrivare, gli alberi iniziano a cadere e la terra si fa sempre più arida. La natura prende il sopravvento e nella piccola comunità è il caos. Film che ha diviso la critica alla Mostra di Venezia 2012, dove è stato presentato in concorso, La quinta stagione è una pellicola di forti suggestioni, imperfetta ma dotata di un'originalità strutturale quantomeno degna di nota. Forte di un grande fascino visivo e sonoro, si appoggia – tramite espliciti riferimenti – alla pittura fiamminga e, in particolare, all'opera di Pieter Bruegel il Vecchio. A volte fin troppo ostica nel suo andamento narrativo (diverse sequenze sono più vicine alla video arte che al cinema), l'opera ha dalla sua una tensione che si mantiene intatta dal primo all'ultimo minuto: la coppia Brosens-Woodworth sa il fatto suo e, pur con qualche eccesso autoriale, regala diverse scene notevoli e capaci di rimanere impresse nella memoria. Un film da vedere, che guarda un po' a Tarkovskij (Lo specchio del 1975) ma dotato di una propria evidente personalità.