Rimini
Rimini
2022
Paesi
Austria, Francia, Germania
Genere
Drammatico
Durata
114 min.
Formato
Colore
Regista
Ulrich Seidl
Attori
Georg Friedrich
Hans-Michael Rehberg
Claudia Martini
Michael Thomas
Richie Bravo (Michael Thomas), un cantante austriaco che vive a Rimini, si esibisce nelle case di riposo e in club di second’ordine per il suo pubblico formato da persone anziane di lingua tedesca in soggiorno in Italia. Dopo essere tornato a casa per il funerale della madre, Richie rientra a Rimini e riprende la sua esistenza, fino all’arrivo imprevisto di sua figlia.
Nove anni dopo Paradise: Hope, Ulrich Seidl torna al cinema di finzione con una pellicola che riprende tematiche e stile tipici della sua filmografia: dall’immoralità delle scelte dei suoi personaggi a inquadrature statiche, tanto attente dal punto di vista geometrico quanto spesso irritanti da un versante più empatico. Seidl parla ancora anche della mercificazione del sesso, della vendita del proprio corpo in luoghi squallidi e per pochi soldi: Richie Bravo, infatti, per sopravvivere, non vende soltanto la sua voce alle donne anziane e la sua esistenza diventa simbolo di una vera e propria decadenza. Il passato (sia il suo, visti i poster che ha in casa, sia quello di Rimini) è un lontano ricordo che lascia spazio a un presente segnato, anche climaticamente, dalla nebbia e da un inverno che sembra non finire mai. Gli spunti sono incisivi, ma Seidl finisce per essere ridondante nei suoi ragionamenti senza peraltro legare adeguatamente le trame presenti nella narrazione (la figura del padre del protagonista, ad esempio, rispetto al resto della storia). Vittima inoltre di uno sguardo troppo morboso nei confronti di ciò che viene mostrato, il film finisce per funzionare a fasi alterne, ma ha dalla sua la notevole prova di Michael Thomas in un ruolo non semplice. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2022.
Nove anni dopo Paradise: Hope, Ulrich Seidl torna al cinema di finzione con una pellicola che riprende tematiche e stile tipici della sua filmografia: dall’immoralità delle scelte dei suoi personaggi a inquadrature statiche, tanto attente dal punto di vista geometrico quanto spesso irritanti da un versante più empatico. Seidl parla ancora anche della mercificazione del sesso, della vendita del proprio corpo in luoghi squallidi e per pochi soldi: Richie Bravo, infatti, per sopravvivere, non vende soltanto la sua voce alle donne anziane e la sua esistenza diventa simbolo di una vera e propria decadenza. Il passato (sia il suo, visti i poster che ha in casa, sia quello di Rimini) è un lontano ricordo che lascia spazio a un presente segnato, anche climaticamente, dalla nebbia e da un inverno che sembra non finire mai. Gli spunti sono incisivi, ma Seidl finisce per essere ridondante nei suoi ragionamenti senza peraltro legare adeguatamente le trame presenti nella narrazione (la figura del padre del protagonista, ad esempio, rispetto al resto della storia). Vittima inoltre di uno sguardo troppo morboso nei confronti di ciò che viene mostrato, il film finisce per funzionare a fasi alterne, ma ha dalla sua la notevole prova di Michael Thomas in un ruolo non semplice. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2022.
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