Affermato critico esperto in musica classica, Georg (Josef Hader) vede la sua vita colare a picco nel momento in cui il suo tignoso capo, Waller (Jörg Hartmann), non lo licenzia in tronco. Il rapporto con la moglie Johanna (Pia Hierzegger) rischia di naufragare, anche in seguito alla bizzarra amicizia che Georg stringe con il non proprio raccomandabile Erich (Georg Friedrich). Esordio alla regia del cabarettista e attore austriaco Josef Hader, il quale, ritagliandosi anche il ruolo del protagonista, scrive e dirige una “commedia drammatica” eccentrica, ma sempre ben ancorata a una linea narrativa tradizionale. Le ansie, le incertezze e la precarietà della middle-class contemporanea emergono in maniera efficace in una pellicola che segue con affetto i suoi personaggi, ricalcando quasi gli eccessi dell'opera lirica per rendere più manifesto il baratro in cui sprofonda sempre più Georg (basti pensare alla "resa dei conti" alla baita in montagna). Non tutto quadra, alcuni personaggi di contorno non entrano in maniera omogenea nella vicenda, ma nel complesso l'intrattenimento è di discreta qualità, soprattutto grazie all'accurato uso della musica classica (Schubert, Mozart, Händel, Schumann e Beethoven, tra gli altri). Non avrebbe guastato un po' più di coraggio nell'uso del registro surreale o grottesco, sfruttando l'efficace ambientazione viennese e la verve di un attore principale perfettamente in parte. Presentato in concorso alla Berlinale 2017.