Chloe (Kiera Allen) è una giovane ragazza con diversi problemi di salute, oltre ad una paralisi che la costringe sulla sedia a rotelle. Vive con sua mamma, Diane (Sarah Paulson), che si prende cura di lei. Una scoperta improvvisa cambierà radicalmente la sua vita.

Aneesh Chaganty torna dietro la macchina da presa dopo il buon esordio con Searching (2018) e prosegue una ricerca nel campo del thriller a tinte horror, anche se solo accentuate in questo caso. Per farlo sceglie Sarah Paulson come protagonista, attrice perfetta per il ruolo dopo le prove convincenti in American Horror Story: lei, che con il suo sorriso inquietante si prende cura della figlia, anche se ben presto ci si rende conto di come sia labile il confine tra accudimento e prigionia. Il richiamo a Misery non deve morire è intuibile, se non addirittura esplicitato dal fatto che l’infermiera di paese si chiama Kathy Bates, chiaro omaggio all’attrice che per il film di Rob Reiner ha ricevuto Oscar e Golden Globe. Le carte vengono scoperte con il passare dei minuti, anche se il ritmo risulta essere troppo altalenante e soprattutto nella parte centrale il gioco, sebbene intrigante, fatica a decollare del tutto: sembra che si tratti di un intreccio fondato su un rapporto madre/figlia morboso e fondato su bisogno e accudimento reciproco, ma il colpo di scena finale funziona e rimescola tutti i tasselli. Ottima la prova di Sarah Paulson, ma forse è ancor più convincente l’esordiente Kiera Allen, in un ruolo molto più complesso.