È l'ultimo giorno di scuola anche per gli insegnanti di un edificio della periferia di Roma che tentano di definire gli ultimi voti. La classe è popolata da teppistelli, sfaticati e poco preparati, ma il professor Vivaldi (Silvio Orlando) ha a cuore il loro futuro e cerca di salvarli tutti dalla bocciatura. Accanto a lui, si schiera la bella professoressa Majello (Anna Galiena), di cui l'uomo è innamorato, mentre ciascuno degli altri insegnanti ha una propria, eccentrica, visione dell'istituzione scolastica.
Tratto dalla trilogia scolastica di Domenico Starnone, La scuola è un'opera dal contenuto realistico e verosimile, tra i risultati migliori di tutta la filmografia di Luchetti, valorizzata da una bella nota umoristica che smorza la denuncia sociale. Il corpo docenti si dimostra lo specchio della classe di cui deve decidere le sorti, in cui ogni professore ha un suo approccio all'insegnamento: chi svogliato, chi sadico, chi appassionato, chi distratto o svampito, pronto a portare avanti vere e proprie battaglie per la promozione o la bocciatura di ogni allievo. Le tensioni (quasi adolescenziali) all'interno del corpo insegnanti assumono il significato di un bilancio esistenziale, in cui ognuno si rispecchia un po' nelle nevrosi dell'altro. A volte l'andamento è un po' didascalico e il regista usa il pilota automatico, ma il risultato è comunque un'intelligente critica al sistema scolastico italiano e tutti i personaggi sono tratteggiati con cura. Vincitore del David di Donatello per il miglior film.