Il misterioso pistolero e giocatore d'azzardo Sartana (Gianni Garko) irrompe sulla scena di una rapina, fallita, ai danni di una diligenza e convince a suon di pallottole la banda capeggiata da Lasky (William Berger) di poter recuperare la refurtiva trafugata. Inganni e duelli si profilano all'orizzonte. Con Se incontri Sartana prega per la tua morte, l'universo dello spaghetti western si arricchisce di un altro antieroe pistolero. Al pari dell'infallibile Franco Nero di Django (firmato nel 1966 da Sergio Corbucci) o di Giuliano Gemma, volto cardine di Una pistola per Ringo (1965) di Duccio Tessari, Sartana si inserisce nel solco creato da Sergio Leone: il protagonista è un tiratore infallibile e un abile giocatore di carte, costretto a vedersela con nemici temibili e agguerriti. Uno sviluppo banalotto, che ruota attorno al recupero di una somma di denaro, costellato di bare, cimiteri e sparatorie secondo la perfetta tradizione leoniana (non mancano precisi riferimenti, come il carillon che richiama Per qualche dollaro in più del 1965) e che sfocia in un prevedibile duello finale: pochi i motivi d'interesse per questa onesta ma artigianale pellicola di Gianfranco Paolini, celato sotto lo pseudonimo di Frank Kramer. Trascurabile. Scritto dal regista con Renato Izzo e Theo Maria Werner, su soggetto di Adolfo Cagnacci, Luigi De Santis e Fabio Piccioni. Musiche di Piero Piccioni.