Soul Kitchen
Soul Kitchen
2009
Paesi
Germania, Francia, Italia
Generi
Commedia, Drammatico
Durata
99 min.
Formato
Colore
Regista
Fatih Akin
Attori
Adam Bousdoukos
Moritz Bleibtreu
Pheline Roggan
Anna Bederke
Birol Ünel
Dorka Gryllus
Lucas Gregorowicz
Monica Bleibtreu
Demir Gökgöl
Zinos (Adam Bousdoukos) proprietario di un ristorante, è sommerso di debiti e sente la mancanza della fidanzata Nadine (Pheline Roggan), che si è trasferita a Shanghai per lavoro. L'arrivo del fratello Illias (Moritz Bleibtreu), ex detenuto deciso a farsi assumere, complicherà la situazione: imprevisti e colpi di scena in agguato.
Faith Akin si stacca dalle tematiche dei precedenti lavori e confeziona una pellicola che dosa il mix musica-cucina nei tratti più artistici e chiassosi. Dimostrando una buona dose di versatilità dietro la macchina da presa, il regista tratteggia una commedia con sprazzi drammatici dai toni colorati e dalle situazioni grottesche, dove suono e arte culinaria la fanno da padroni: il risultato è godibile e a tratti persino divertente, ma la comicità (a ritmo di soul, di elettronica, reggae e rebetica) appare eccessiva e forzata e il caos (di note, di architettura urbana, di sapori, persino afrodisiaci, attraverso una messa in scena parossistica) regna sovrano. Vivace, superficiale e carente dal punto di vista narrativo-strutturale; anche se alcuni inserti corali colpiscono nel segno. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia dove si aggiudicò il Gran premio della giuria. Sceneggiato dal Akin con Adam Bousdoukos.
Faith Akin si stacca dalle tematiche dei precedenti lavori e confeziona una pellicola che dosa il mix musica-cucina nei tratti più artistici e chiassosi. Dimostrando una buona dose di versatilità dietro la macchina da presa, il regista tratteggia una commedia con sprazzi drammatici dai toni colorati e dalle situazioni grottesche, dove suono e arte culinaria la fanno da padroni: il risultato è godibile e a tratti persino divertente, ma la comicità (a ritmo di soul, di elettronica, reggae e rebetica) appare eccessiva e forzata e il caos (di note, di architettura urbana, di sapori, persino afrodisiaci, attraverso una messa in scena parossistica) regna sovrano. Vivace, superficiale e carente dal punto di vista narrativo-strutturale; anche se alcuni inserti corali colpiscono nel segno. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia dove si aggiudicò il Gran premio della giuria. Sceneggiato dal Akin con Adam Bousdoukos.
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