Il detective Mark Dixon (Dana Andrews), noto per i suoi metodi brutali, uccide involontariamente un sospetto durante una colluttazione. Nasconderà il cadavere e cercherà d'incolpare qualcun altro. A partire da dei titoli di testa di pregevole fattura, si racconta la storia di un personaggio irrimediabilmente segnato dal suo passato: figlio di un criminale, Dixon è un poliziotto che deve continuamente combattere contro la sua natura violenta. Dana Andrews, attore-feticcio di Otto Preminger che qui dà il meglio di sé, regala una performance di alto livello, riuscendo a dare volto ai tormenti di un personaggio complicato, che cercherà di incolpare, per il suo delitto, un boss della città, che è stato in precedenza allievo di suo padre. Grazie a una messinscena raffinata e rigorosa, Preminger firma un noir duro, emozionante e ricco di sfumature affascinanti. Merito anche della sceneggiatura di Ben Hecht che, sotto pseudonimo, è riuscito ad adattare magnificamente il (più debole) romanzo di William L. Stuart. Terza collaborazione tra il regista austriaco e l'attrice Gene Tierney, dopo Vertigine (1944) e Il segreto di una donna (1949).