Anatomia di un omicidio
Anatomy of a Murder
1959
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Giallo
Durata
160 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Otto Preminger
Attori
James Stewart
Lee Remick
Ben Gazzara
George C. Scott
L'avvocato Paul Biegler (James Stewart), dedito alla pesca dopo aver perso il posto di pubblico accusatore, viene convinto da Laura Manion (Lee Remick) a difendere il marito in tribunale: quest'ultimo (Ben Gazzara) ha ucciso Barney Quill, l'uomo che ha violentato sua moglie, prima di costituirsi allo sceriffo locale. Per Biegler l'unica strategia possibile sarà quella di puntare sulle condizioni mentali del suo cliente al momento dell'omicidio.
Tratto dall'omonimo best seller di Robert Traver (uscito nel 1958) e magnificamente adattato dallo sceneggiatore Wendell Mayes, Anatomia di un omicidio è uno dei più importanti film giudiziari della storia del cinema e in assoluto una delle vette del viennese Otto Preminger. Scandito dalla musica jazz di Duke Ellington (che regala anche un delizioso cameo), il film è un perfetto meccanismo a orologeria, accattivante fin dai celebri titoli di testa di Saul Bass e contrassegnato da un ritmo incessante dal primo all'ultimo minuto, che tocca il suo apice nella straordinaria sfida verbale tra il personaggio di James Stewart e i due avvocati dell'accusa. Come molte opere di Preminger, è anche un film particolarmente coraggioso e innovativo: i riferimenti allo stupro e la parola “mutandine” diedero scandalo al momento dell'uscita, tanto da venire attaccato dalle frange più puritane dell'America dell'epoca. Memorabile performance di James Stewart che ottenne una delle sette nomination (tra cui quella per il miglior film) agli Oscar della pellicola. Non ebbe neanche una statuetta: per l'Academy della fine degli anni '50 il film trattava temi troppo delicati e gli venne preferito il ben più tradizionale Ben Hur di William Wyler.
Tratto dall'omonimo best seller di Robert Traver (uscito nel 1958) e magnificamente adattato dallo sceneggiatore Wendell Mayes, Anatomia di un omicidio è uno dei più importanti film giudiziari della storia del cinema e in assoluto una delle vette del viennese Otto Preminger. Scandito dalla musica jazz di Duke Ellington (che regala anche un delizioso cameo), il film è un perfetto meccanismo a orologeria, accattivante fin dai celebri titoli di testa di Saul Bass e contrassegnato da un ritmo incessante dal primo all'ultimo minuto, che tocca il suo apice nella straordinaria sfida verbale tra il personaggio di James Stewart e i due avvocati dell'accusa. Come molte opere di Preminger, è anche un film particolarmente coraggioso e innovativo: i riferimenti allo stupro e la parola “mutandine” diedero scandalo al momento dell'uscita, tanto da venire attaccato dalle frange più puritane dell'America dell'epoca. Memorabile performance di James Stewart che ottenne una delle sette nomination (tra cui quella per il miglior film) agli Oscar della pellicola. Non ebbe neanche una statuetta: per l'Academy della fine degli anni '50 il film trattava temi troppo delicati e gli venne preferito il ben più tradizionale Ben Hur di William Wyler.
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