Nel 1947, Kitty Fremont (Eva Marie Saint), giovane vedova americana, arriva a Cipro nel momento storico in cui l'isola è controllata dagli inglesi: qui si ferma per lavorare come infermiera in un campo profughi per ebrei, e conosce una bambina che si affeziona a lei. Un'attivista (Paul Newman) intanto ha un'idea: liberare centinaia di profughi e portarli in Palestina sulla nave “Exodus”. Il fine è quello di forzare il voto dell'ONU a favore dell'indipendenza dello Stato d'Israele.

Tra i più importanti kolossal firmati da Otto Preminger, Exodus nasce da un romanzo di Leon Uris, adattato per lo schermo dallo sceneggiatore Dalton Trumbo (noto per essere stato apertamente accusato dal maccartismo e finito nelle liste nere). Quest'ultimo è riuscito a rendere scorrevole un testo di partenza ricco di tematiche differenti e decisamente contorto: ciò che colpisce di più in Exodus è proprio l'equilibrio tra evento storico (la nascita dello Stato d'Israele), proteste pubblico-politiche (lo sciopero della fame degli ebrei) e la dimensione privata dei protagonisti in campo. Preminger ha scelto la pellicola 70 mm per accrescere la portata spettacolare di un film intenso e concitato, nonostante la lunghezza possa portare qualcuno a stancarsi durante la visione. I tanti episodi che si susseguono, spesso slegati tra loro, offrono una panoramica completa ed esaustiva dei fatti narrati, e non mancano sequenze da ricordare, come l'attacco alla prigione di Acre. Notevoli titoli di testa di Saul Bass ed emozionante la canzone This Land Is Mine, cantata da Pat Boone e scritta appositamente per il film. La colonna sonora, firmata da Ernest Gold, vinse un meritato premio Oscar.