La donna che visse due volte
Vertigo
1958
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Giallo, Sentimentale
Durata
128 min.
Formato
Colore
Regista
Alfred Hitchcock
Attori
James Stewart
Kim Novak
Barbara Bel Geddes
Tom Helmore
Scottie (James Stewart), un ex detective da poco dimessosi dalla polizia, viene chiamato da un suo vecchio compagno di college per sorvegliare la moglie Madeleine (Kim Novak). La donna, incantevole e tormentata, s'identifica con la bisnonna materna, che si è suicidata a ventisette anni: esattamente l'età di Madeleine. Scottie inizierà a pedinarla nel tentativo di capire l'origine delle sue ossessioni.
Un viso di donna. Il dettaglio di un occhio su cui compare una spirale che si svolge lentamente, accompagnata dall'ossessiva partitura musicale di Bernard Herrmann: è solo l'inizio di una delle pellicole più magnetiche e affascinanti di sempre. Ispirata a un romanzo intitolato D'entre les morts, scritto da Pierre Boileau e Thomas Narcejac, che Hitchcock sovverte a suo piacimento, La donna che visse due volte è un'opera estremamente complessa e stratificata, dove si mescolano generi (dal giallo al melodramma) e tematiche differenti (dal doppio alla necrofilia). Forte di diverse sequenze memorabili (si possono citare, tra le tante, il tuffo di Madeleine ai piedi del Golden Gate, il ponte che si staglia sopra la baia di San Francisco, e l'incubo allucinato e surreale di Scottie a metà film), il film è ricco di infiniti sottotesti sessuali, mistici e psicoanalitici. Il personaggio di Madeleine altri non è che un riflesso sfuggente di quella bellezza (naturalmente bionda) inseguita dal regista, così come dal protagonista della pellicola, per tutta la vita. Fin dal nome, esplicitamente proustiano, il personaggio femminile è l'ombra di un ricordo che Scottie, nella seconda parte del film, tenterà in tutti i modi di portare a galla, ormai schiavo di un'ossessione lancinante che finirà per consumarlo. Un perfetto compendio della poetica hitchcockiana, nonché un esemplare caso di spiazzante messa in scena cinematografica. Il famoso effetto di distorsione nella tromba delle scale del campanile è realizzato combinando una carrellata all'indietro e uno zoom in avanti. Citato e omaggiato un infinito numero di volte, da Terry Gilliam a Steven Spielberg, passando per James Gray fino ai molteplici rimandi riscontrabili nel cinema di Brian De Palma. Nel 2012 la pellicola è stata votata come miglior film della storia del cinema dalla prestigiosa rivista Sight and Sound, superando Quarto potere di Orson Welles (1941) che deteneva il primato dal 1962.
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