Taxi Teheran
Taxi
2015
Paese
Iran
Generi
Drammatico, Documentario, Commedia
Durata
82 min.
Formato
Colore
Regista
Jafar Panahi
Attore
Jafar Panahi
Jafar Panahi si reinventa taxista: a bordo della sua vettura salgono diverse persone, alcune lo riconoscono e altre no. Alcune parlano di politica, altre di cinema, altre ancora di un passato comune con il regista.
Al suo terzo lungometraggio (i due precedenti erano This Is Not a Film del 2011 e Closed Curtain del 2013) dopo che il regime iraniano gli ha imposto di non poter più realizzare film, Jafar Panahi torna a mescolare realtà e finzione in una pellicola dal forte respiro documentaristico. Il regista – condannato a sei anni di reclusione dopo aver protestato contro il governo del suo paese alla fine del 2010 – si (ri)mette in gioco in prima persona per dare vita a uno spaccato sociale della Teheran contemporanea, capace di unire dramma e commedia. Posizionando le videocamere all'interno del taxi, Panahi lascia voce ai suoi passeggeri e, in particolare, alla sua giovanissima nipote decisa a realizzare un cortometraggio per un concorso scolastico. I limiti narrativi e cinematografici sono evidenti, ma il film riesce comunque a colpire (seppur non troppo a fondo) e a far sentire la propria voce nella maniera giusta. Tra i momenti più interessanti, da segnalare il lungo elenco di regole che non si possono trasgredire per realizzare un film: le enuncia la nipotina, così le hanno detto di fare a scuola, mentre il regista rimane allibito e impotente. Quelle regole, così assurde e vetuste, sono le stesse che l'autore di Offside (2006) era sempre riuscito a trasgredire prima che fosse costretto a proseguire il suo lavoro in semi-clandestinità. Vincitore dell'Orso d'oro al Festival di Berlino 2015.
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