La moglie di Tchaikovsky
Zhena Chaikovskogo
2022
Paesi
Russia, Francia
Generi
Biografico, Drammatico
Durata
120 min.
Formato
Colore
Regista
Kirill Serebrennikov
Attori
Alyona Mikhailova
Odin Lund Biron
Yuliya Aug
Miron Fedorov
Storia del matrimonio tra il noto compositore Pyotr Tchaikovsky (Odin Lund Biron) e la giovane Antonina Milukova (Alyona Mikhailova). Nonostante le reticenze di lui, lei lo convincerà a sposarsi e a iniziare una relazione a dir poco tormentata.

Storia già portata sullo schermo da Ken Russell nel 1971, in The Music Lovers, la relazione tra Tchaikovsky e Milukova ritorna al cinema con una prospettiva profondamente diversa: il punto di vista che, fin dal titolo, Kirill Serebrennikov dà alla pellicola è perennemente quello della moglie, innamorata e ossessionata dal marito a tal punto di credere di poter superare l’omosessualità di lui riuscendo a sedurlo e farsi amare a sua volta. È una vicenda autobiografica con al centro una vera e propria negazione della realtà, capace di interessare e colpire nel segno, nonostante una durata eccessiva e una certa prolissità generale. Qualche passaggio è inoltre eccessivamente sopra le righe, ma il disegno complessivo regge comunque bene, grazie a una messinscena raffinata ed elegante, oltreché valorizzata da alcune sequenze semplicemente da pelle d’oca: quella alla stazione in cui un piano-sequenza racchiude dentro di se una partenza e un (non) ritorno è davvero impressionante e dimostra il talento di un regista che, però, lo usa a fasi alterne e che, nonostante le tante partecipazioni ai grandi festival, non sembra mai essere sbocciato del tutto. Nella vicenda di Tchaikovsky che non può ammettere per ragioni politiche la sua omosessualità, c’è molto anche della vita dello stesso Serebrennikov, boicottato da Putin e dal governo russo e accusato nel 2017 di una frode ai danni del ministero della Cultura. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2022. 
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