La giovane archeologa Sarah (Asia Argento) si trova a fronteggiare forze oscure che provocano sadici omicidi. Scoprirà di essere la figlia di una defunta strega buona (Daria Nicolodi) e verrà scelta per combattere la temibile Mater Lacrimarum (Moran Atias).
Dario Argento decide di concludere la “Trilogia delle Madri”, iniziata con Suspiria (1977) e proseguita con Inferno (1980), e realizza un filmetto senza capo né coda. La sequenza iniziale dell'omicidio è abbastanza sadica da stuzzicare la curiosità dei fan più accaniti ma, con il proseguire della trama, la coerenza si perde completamente (i legami con i film precedenti sono forzati e pretestuosi) e il tutto affonda nella demenzialità più pura. Dialoghi beceri e pessime interpretazioni fanno il resto. Da dimenticare la sequenza finale, rappresentazione di un simil-girone dantesco raffazzonato e posticcio, che dovrebbe illustrare la dimora di Mater Lacrimarum.