Marc Daly (David Hemmings), giovane pianista inglese trapiantato a Roma, è testimone dell'efferato omicidio ai danni di una sua vicina di casa, la sensitiva Helga Ulmann (Macha Méril): ossessionato da un particolare che non riesce a ricordare, tenterà di risolvere l'enigma con l'aiuto della giornalista Gianna (Daria Nicolodi).
Dario Argento contamina il thriller con l'horror soprannaturale e realizza uno dei suoi film migliori, teso, violento e realmente terrorizzante: la struttura narrativa procede a climax, aumentando di sequenza in sequenza il senso di angoscia e claustrofobia, e l'uso sapiente della macchina da presa (che adotta il punto di vista del protagonista) riesce a creare un'atmosfera straniante e ipnotica che, d'improvviso, precipita nell'incubo delirante di una mente malata. Tecnica da manuale (anche se un po' troppo ostentata) e numerose sequenze da antologia (la scoperta del cadavere della Ulmann da parte di Daly, la visita di quest'ultimo nella vecchia villa abbandonata, lo sconvolgente confronto finale con l'assassino). Daria Nicolodi, impegnata in gustosi ma improbabili siparietti sessisti con David Hemmings, era all'epoca compagna di Argento. Celeberrima e ormai cult la colonna sonora dei Goblin. Sceneggiato dal regista con Bernardino Zapponi.