In Interior Design di Michel Gondry una coppia di fidanzati è vessata da tanti grattacapi, fin quando lei non assume le sembianze di una sedia; in Merde di Léos Carax un uomo uscito dalle fogne semina il panico; in Shaking Tokyo di Bong Joon-ho troviamo un amore particolare, all'insegna della reclusione.

Film a episodi girato da tre autori molto diversi tra loro che mantengono ben distinte le rispettive autonomie, senza però incidere troppo in nessuno dei tre casi. Interessante sotto il profilo formale l'episodio di Michel Gondry, vanificato però da un uso pigro del digitale che funge più da specchietto per le allodole che da filtro originale da applicare alla rappresentazione della capitale giapponese. Léos Carax introduce invece Monsieur Merde, personaggio chiave del suo cinema e fondamentale per la sua rinascita di uomo e di regista, che tornerà di prepotenza in Holy Motors (2012) con una compiutezza maggiore, ben oltre l'humour respingente, sgradevole e tinto di nero che qui la fa da padrone. Bong Joon-ho è l'unico a giocare al rilancio e a cercare un respiro più ampio, ma le aspettative sono strozzate da una confezione troppo su scala ridotta per esplorare davvero le potenzialità a sua disposizione.