Un regista (Shunji Iwai) ossessionato dal filmare tutto ciò che lo circonda, cerca di comunicare, tramite la sua cinepresa, con un'eccentrica ragazza (Ayako Fujitani) che ha il rituale di dire ogni giorno: «domani è il mio compleanno». Quest'ultima sostiene che appena uno dei suoi sogni si avvererà, lei morirà. Seconda esperienza registica in live action per Hideaki Anno dopo anni al servizio dell'animazione (è sua la serie televisiva animata di culto Neon Genesis Evangelion), Ritual è un dramma eccentrico dai toni metacinematografici, un oggetto strano e misterioso, ma convincente grazie al tatto e alla sensibilità con cui il regista mostra lo “strano” dolore e lo “strano” modo di comunicare dei due personaggi, tanto alienati quanto affascinanti e irresistibili. Come nel precedente Love & Pop (1998), Anno riesce a mettere in contatto la cultura pop giapponese con le proprie ossessioni (sono evidenti e moltissimi gli stilemi della sua poetica, sia in termini di scrittura che di immagini), dando vita a un cinema che riesce a catturare sia il grande pubblico che quello più attento e cinefilo, grazie a un approccio un po' indipendente e un po' folle, che confonde i sensi (come tutto quello che realizza Anno) ma che centra sempre l'obiettivo. L'attore che interpreta il protagonista, Shunji Iwai, è uno dei più noti registi indipendenti giapponesi, mentre la bravissima Ayako Fujitani è la figlia del celebre attore action Steven Seagal.