Tutte le mie notti
2019
Paese
Italia
Genere
Thriller
Durata
81 min.
Formato
Colore
Regista
Manfredi Lucibello
Attori
Barbora Bobulova
Benedetta Porcaroli
Alessio Boni
Carolina Rey
In una cittadina di mare, una ragazza (Benedetta Porcaroli) fugge di notte pensando di essere inseguita. La raccoglie e la porta nella propria casa una donna di nome Veronica (Barbora Bobulova): la casa però non è la sua e l'incontro non è stato casuale...
Opera prima di Manfredi Lucibello, prodotta tra gli altri dalla Mompracem dei Manetti Bros, Tutte le mie notti è un thriller al femminile tutto costruito su atmosfere torbide e riflessi minacciosi, che parte da premesse abbastanza fascinose ma disperde quasi tutto il suo potenziale a causa di un approccio estetico carente e deficitario, che sconta tutte le debolezze e le fragili velleità tipiche di tanti esordi. La regia di Lucibello è infatti malamente estetizzante e gli ambienti oscuri degenerano ben presto nel bozzetto, con in più un materiale narrativo quasi da mediometraggio e un montaggio esile e malfermo che copre a malapena le lacune di un approccio piuttosto indeciso, tanto sugli snodi psicologici quanto sull’impatto da destinare alle singole sequenze. I momenti intimi e scomodi tra le due protagoniste sono solo sfiorati, l’erotismo è vagamente e vanamente pruriginoso e l’affresco di un microcosmo privo di redenzione maldestramente calato dall’alto. La Porcaroli torna a interpretare una ragazza alle prese con un privato sessuale travagliato e confuso dopo aver affrontato gli stessi temi da protagonista nella serie di Netflix Baby ma convince a fatica, soprattutto a causa di una sceneggiatura non all’altezza, e non fa meglio la pur volenterosa Bobulova. Piccolo ma significativo ruolo, dai contorni sordidi e predatori, per Alessio Boni.
Opera prima di Manfredi Lucibello, prodotta tra gli altri dalla Mompracem dei Manetti Bros, Tutte le mie notti è un thriller al femminile tutto costruito su atmosfere torbide e riflessi minacciosi, che parte da premesse abbastanza fascinose ma disperde quasi tutto il suo potenziale a causa di un approccio estetico carente e deficitario, che sconta tutte le debolezze e le fragili velleità tipiche di tanti esordi. La regia di Lucibello è infatti malamente estetizzante e gli ambienti oscuri degenerano ben presto nel bozzetto, con in più un materiale narrativo quasi da mediometraggio e un montaggio esile e malfermo che copre a malapena le lacune di un approccio piuttosto indeciso, tanto sugli snodi psicologici quanto sull’impatto da destinare alle singole sequenze. I momenti intimi e scomodi tra le due protagoniste sono solo sfiorati, l’erotismo è vagamente e vanamente pruriginoso e l’affresco di un microcosmo privo di redenzione maldestramente calato dall’alto. La Porcaroli torna a interpretare una ragazza alle prese con un privato sessuale travagliato e confuso dopo aver affrontato gli stessi temi da protagonista nella serie di Netflix Baby ma convince a fatica, soprattutto a causa di una sceneggiatura non all’altezza, e non fa meglio la pur volenterosa Bobulova. Piccolo ma significativo ruolo, dai contorni sordidi e predatori, per Alessio Boni.
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