Il vento del perdono
An Unfinished Life
2005
Paesi
Usa, Germania
Generi
Commedia, Sentimentale
Durata
108 min.
Formato
Colore
Regista
Lasse Hallström
Attori
Robert Redford
Jennifer Lopez
Morgan Freeman
Josh Lucas
Per scappare dal fidanzato violento, Jean (Jennifer Lopez) si rifugia insieme a sua figlia Griff (Becca Gardner) nel ranch di Einair (Robert Redford), il suo ex suocero che ancora non l'ha perdonata per un fatale incidente avvenuto in passato. Grazie all'intercessione di Mitch (Morgan Freeman) e all'affetto di Griff, che riesce a intenerire il nonno, Jean farà breccia nella spessa corazza di un uomo indurito.
L'immarcescibile Lasse Hallström torna alla carica con uno dei suoi film peggiori, apoteosi cristallina del "politically correct" più insopportabile, tra buoni sentimenti elargiti in quantità industriale e toni smielati fino all'inverosimile e oltre la soglia consentita. Il regista svedese trapiantato a Hollywood abusa di tutto il più facile e ritrito campionario di stereotipi hollywoodiani sulla redenzione e il perdono, un aspetto sottolineato a dovere anche dal titolo italiano, che ha pretese evocative. Perfino i passaggi narrativi sono di una fragilità imbarazzante e l'intero film è tenuto insieme con lo scotch, tra innamoramenti accennati e non concretizzati (la love story abbozzata tra Jean e lo sceriffo) e la liberazione dell'orso usata come simbolico asso nella manica. Alla Lopez attrice drammatica si fa poi davvero fatica a credere.
L'immarcescibile Lasse Hallström torna alla carica con uno dei suoi film peggiori, apoteosi cristallina del "politically correct" più insopportabile, tra buoni sentimenti elargiti in quantità industriale e toni smielati fino all'inverosimile e oltre la soglia consentita. Il regista svedese trapiantato a Hollywood abusa di tutto il più facile e ritrito campionario di stereotipi hollywoodiani sulla redenzione e il perdono, un aspetto sottolineato a dovere anche dal titolo italiano, che ha pretese evocative. Perfino i passaggi narrativi sono di una fragilità imbarazzante e l'intero film è tenuto insieme con lo scotch, tra innamoramenti accennati e non concretizzati (la love story abbozzata tra Jean e lo sceriffo) e la liberazione dell'orso usata come simbolico asso nella manica. Alla Lopez attrice drammatica si fa poi davvero fatica a credere.
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