Alina Marazzi fa leggere a un terzetto di attrici (Anita Caprioli, Teresa Saponangelo e Valentina Camelutti) tre diari di donne risalenti agli anni Sessanta e Settanta. Il risultato è un documentario sulle abitudini sociali delle donne di quell'epoca… e non solo.

Proprio come fece per il suo film d'esordio (Un'ora sola ti vorrei del 2002), Alina Marazzi realizza un altro documentario interamente basato su immagini di repertorio. Questa volta la fonte non è unica ma decisamente eterogenea: film, pubblicità, interventi televisivi, cartoni animati, tutto è utile alla regista per indagare i mutamenti sociali di quegli anni. A fare da filo conduttore in questo mare magnum, ci sono le testimonianze di tre donne che non si sono mai incontrate durante le rispettive vite e che arrivano da ambienti del tutto diversi. Attraverso un'operazione malinconica, divertente, raffinata e profonda, la Marazzi ci riporta indietro nel tempo con un'analisi socioculturale sempre chiara, lineare, lucida e in grado di cogliere una serie di evoluzioni (del femminismo, e non solo) avvenute nel corso degli anni. Una riflessione che parte da ieri, raggiunge l'oggi e guarda anche al futuro. Strabiliante, sia per i contenuti, sia per l'estetica adottata.