Larry Rhodes (Andy Griffith) viene scoperto in una cella dell'Arkansas da Marcia Jeffries (Patricia Neal) e trasformato in un folk singer e conduttore radiofonico, che conquista presto i favori degli ascoltatori. Grazie al suo carisma, Rhodes diventa una celebrità della tv, in grado di influenzare il pubblico, l'industria pubblicitaria e persino la politica. Ma il potere finisce per dargli alla testa. Pochi registi nella storia di Hollywood hanno saputo radiografare la società e mostrarne i lati più marci e oscuri come è riuscito a fare Elia Kazan. A finire sotto la lente della sua indagine è stavolta il mondo televisivo e dell'entertainment, in una critica spietata che, per estensione, va a toccare anche il mondo politico e l'intera nazione statunitense. La parabola di ascesa e caduta di Rhodes è un magistrale quanto profetico trattato sulla logica della apparenze e il potere di manipolazione dei media: vigoroso, mai superficiale, culminante in un finale amarissimo. Andy Griffith, al suo esordio sul grande schermo, dà corpo e voce a un antieroe bigger than life, ma la sua interpretazione è sin troppo caricata e gigionesca: non avrà molta fortuna al cinema e diventerà celebre anni dopo per la serie tv Matlock (1986-95). Nel ricco cast, a sorprendere è soprattutto la bravissima Patricia Neal. L'Academy Award ignorò del tutto il film, probabilmente troppo impietoso e politicamente scorretto per aspirare agli Oscar.