In attesa della Cerimonia degli Oscar, lo sceneggiatore e regista Aaron Sorkin è stato di recente ospite del podcast di Michael Moore, Rumble. In tale occasione, secondo IndieWire, avrebbe svelato la chiave per evitare di essere sottomessi al controllo degli studios e per far valere la propria visione artistica: “nel momento stesso in cui lo studio capisce che vuoi fare il film più di quanto lo vogliano loro ti hanno in pugno”.
Tale suggerimento non è, però, tutta farina del suo sacco. Difatti, il regista de Il processo ai Chicago 7 (2020) ha ricevuto questo consiglio dal suo amico, collega, collaboratore e compagno di nomination David Fincher, candidato, affianco a Sorkin, al Premio Oscar per Miglior Regia con Mank (2020). Tale filosofia sembrerebbe il frutto di un’esperienza spiacevole fatta da Fincher stesso, in occasione delle riprese di Alien³ (1992), progetto che sancì il suo debutto alla regia. Durante la realizzazione del film, rinnegato successivamente dal regista stesso, si verificarono numerosi scontri tra l'autore e la 20th Century Fox, in materia di sceneggiatura e scelte artistiche.
Per quanto il suggerimento di Fincher sia arrivato solo successivamente, tale approccio sembra essere in linea con la strategia già adottata da Sorkin nelle prime fasi di sviluppo del political drama The West Wing (1999-2006): durante la scrittura del pilot, lo sceneggiatore non pensava che la NBC avrebbe ordinato altri episodi o che il progetto avrebbe avuto il seguito e il successo che ha ricevuto. Secondo Sorkin, proprio il fatto che sembrasse soddisfatto anche solo con il primo episodio ha contribuito alla decisione finale dello studio, la Warner Bros., e del network di dare il via alla serie.