Le diverse piattaforme streaming con le loro rispettive offerte permettono di riscoprire in piccola parte una cinematografia spesso sottovalutata, la cinematografia ungherese. Sebbene siano assenti a questo appello le opere di un maestro come Béla Tarr, alcuni titoli non deluderanno gli amanti del grande cinema.
TIMVISION propone La settima stanza (2005) di Márta Mészáros, una cineasta sempre molto attenta alla condizione femminile nella società.
Su Amazon Prime Video trovano posto due intense opere del promettente László Nemes, Il figlio di Saul (2015) e Tramonto (2018), accomunate dalla voglia del giovane regista (assistente di Béla Tarr per L'uomo di Londra) di raccontare senza filtri e con uno sguardo originale due drammi del '900.
Caratterizzati da uno stile differente, ma anch’essi tratti dalla storia, sono i due film di Miklós Jancsó disponibili su Amazon Prime, I disperati di Sandor (1966) e L’armata a cavallo (1967), che rappresentano forse le vette del suo lavoro.
Sempre su Amazon Prime è possibile vedere Sunshine (1999), pellicola di István Szabó, uno dei registi ungheresi maggiormente apprezzati a livello internazionale, come testimoniato dai diversi importanti premi a cui fu candidato e, in particolare, dall’Oscar al miglior film straniero che si aggiudicò il suo Mephisto (1981).
Interessante è anche l’offerta di Google Play: Corpo e anima (2017) di Ildikó Enyedi, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino, è un film anomalo, con al centro una storia d’amore bizzarra e inusuale, mentre Il grande quaderno (2013) di János Szász racconta le disumanità della guerra subite dai due giovani protagonisti.
La guerra fa da sfondo anche a un'altra opera ungherese presente in streaming: Senza destino (2005) di Lajos Koltai, con le musiche di Ennio Morricone, disponibile su Infinity.
Riccardo Franceschini