Siamo ormai nel pieno del festival e il programma della terza giornata è arricchito dal primo (di tre) omaggio al presidente della giuria internazionale che sabato 11 maggio premierà i film della sezione lungometraggi Finestre sul Mondo. Al cinema Godard di Fondazione Prada è stato proiettato “Norte, the End of History”, che ebbe la sua premiere al festival di Cannes del 2013 nella sezione Un Certain Regard e che racconta di un uomo che viene ingiustamente incarcerato per omicidio mentre il vero assassino è a piede libero. L'assassino è un intellettuale frustrato dal ciclo infinito di tradimenti e apatia del suo paese; il detenuto è un uomo semplice che trova la vita in prigione più tollerabile quando iniziano a succedergli alcune cose difficilmente spiegabili. Il film è una paziente epopea filosofica pienamente nello stile di Lav Diaz che preferisce sollevare domande piuttosto che dare risposte e che resta affascinante e interessante per tutta la sua lunga durata di 250 minuti.
Per quanto riguarda le sezioni principali del festival, oggi abbiamo visto i primi due film del concorso principale, Finestre sul Mondo.
El viento que arrasa. Film di produzione argentina e uruguaiana, passato per il Toronto International Film Festival e per San Sebastian lo scorso autunno, “El viento que arrasa” racconta di Leni, intrappolata in un destino che non ha scelto e costretta a seguire il padre (il grande Alfredo Castro), un predicatore evangelista esaltato, nella sua missione villaggio per villaggio. L’incontro casuale con Gringo, un uomo profondamente ateo, e suo figlio, risveglieranno la coscienza di Leni e il suo desiderio di emancipazione. Una storia struggente, con interpretazioni eccezionali – oltre ad Alfredo Castro nel ruolo del reverendo, da segnalare anche Almudena González nel ruolo della protagonista Leni e l’attore spagnolo Sergi López nel ruolo del Gringo - che spingono la sceneggiatura cupa e rarefatta verso la visione pienamente realizzata.
Bauryna salu. Dopo aver realizzato alcuni cortometraggi, il regista kazako Askhat Kuchinchirekov esordisce nel lungometraggio con Bauryna salu. Il film racconta di una tradizione nomade, la Bauryna salu da cui il film prende il titolo, per cui i bambini vengono adottati dai nonni mentre i genitori sono ancora in vita. È la storia di Yersultan, affidato appena nato alla nonna. Il bimbo conduce un’infanzia molto dura tra la miniera di sale e l'umile casa della nonna con il sogno costante di ricongiungersi con i genitori. Ma quando la nonna muore, Yersultan, ormai adolescente, dovrà affrontare un altro trauma quando capirà che inserirsi nel nucleo familiare dei genitori che conosce pochissimo non è così semplice. È un ritratto psicologico intenso e un coming of age di un giovane kazako, con tratti autobiografici ispirati alla vita del regista.
La giornata di domani proseguirà nel segno di Finestre sul Mondo, con altri due film in concorso, entrambi di ambientazione africana: “Disco Afrika: une histoire malgache” di Luck Razanajaona, ambientato in Madagascar, e “Mambar Pierrette” di Rosine Mbakam, ambientato nella città camerunense di Douala. A domani con il racconto della quarta giornata di FESCAAAL!
A cura di Simone Riccardi
Per quanto riguarda le sezioni principali del festival, oggi abbiamo visto i primi due film del concorso principale, Finestre sul Mondo.
El viento que arrasa. Film di produzione argentina e uruguaiana, passato per il Toronto International Film Festival e per San Sebastian lo scorso autunno, “El viento que arrasa” racconta di Leni, intrappolata in un destino che non ha scelto e costretta a seguire il padre (il grande Alfredo Castro), un predicatore evangelista esaltato, nella sua missione villaggio per villaggio. L’incontro casuale con Gringo, un uomo profondamente ateo, e suo figlio, risveglieranno la coscienza di Leni e il suo desiderio di emancipazione. Una storia struggente, con interpretazioni eccezionali – oltre ad Alfredo Castro nel ruolo del reverendo, da segnalare anche Almudena González nel ruolo della protagonista Leni e l’attore spagnolo Sergi López nel ruolo del Gringo - che spingono la sceneggiatura cupa e rarefatta verso la visione pienamente realizzata.
Bauryna salu. Dopo aver realizzato alcuni cortometraggi, il regista kazako Askhat Kuchinchirekov esordisce nel lungometraggio con Bauryna salu. Il film racconta di una tradizione nomade, la Bauryna salu da cui il film prende il titolo, per cui i bambini vengono adottati dai nonni mentre i genitori sono ancora in vita. È la storia di Yersultan, affidato appena nato alla nonna. Il bimbo conduce un’infanzia molto dura tra la miniera di sale e l'umile casa della nonna con il sogno costante di ricongiungersi con i genitori. Ma quando la nonna muore, Yersultan, ormai adolescente, dovrà affrontare un altro trauma quando capirà che inserirsi nel nucleo familiare dei genitori che conosce pochissimo non è così semplice. È un ritratto psicologico intenso e un coming of age di un giovane kazako, con tratti autobiografici ispirati alla vita del regista.
La giornata di domani proseguirà nel segno di Finestre sul Mondo, con altri due film in concorso, entrambi di ambientazione africana: “Disco Afrika: une histoire malgache” di Luck Razanajaona, ambientato in Madagascar, e “Mambar Pierrette” di Rosine Mbakam, ambientato nella città camerunense di Douala. A domani con il racconto della quarta giornata di FESCAAAL!
A cura di Simone Riccardi