La quarta giornata è stata l’occasione per rivedere (o vedere per la prima volta, nel caso ve li foste persi) Système K di Renaud Barret e La guerrà che verrà di Marco Pasquini, entrambi film che, nonostante siano presenti in sezioni diverse, ragionano sulla quotidianità della vita: l’uno si concentra su quella congolese attraverso il filtro dell’espressione artistica, l’altro su quella delle zone di guerra siriane.
SYSTÈME K
La prima replica della giornata è Système K (2019) di Renaud Barret. Il film, stavolta proiettato separatamente dalla discussione sul futuro delle industrie culturali in Africa alla quale era stata collegata, riflette sulla vita degli artisti che popolano Kinshasa. Dal lavoro di Freddy Tsimba, le cui opere hanno già ottenuto riconoscimenti internazionali, a Géraldine Tobe che dipinge usando il fumo, passando per Béni Baras che vive da senzatetto, il duo Flory - Junior, Yas, Majestik, Strombo o il gruppo Kokoko! (che ha anche composto la musica del film), emerge tutta l’eccezionalità e vitalità della nuova generazione di artisti della capitale del Congo. Essi creano direttamente sulle strade della loro città, riutilizzando oggetti di consumo di massa che non possono permettersi o utilizzando i propri corpi come canali diretti della loro espressione. L’arte si fa portavoce dell’urgenza principale dei cittadini, la sopravvivenza.
LA GUERRA CHE VERRÀ
Nel percorso di investigazione della vita nelle zone di guerra, che lo vede impegnato ormai da diversi anni, Mario Pasquini, con il suo La guerra che verrà, decide di concentrarsi sulla quotidianità del giovane soldato Baraq, il quale, come tutto il suo plotone, si trova in perenne attesa della prossimo conflitto che si abbatterà sui confini siriani. Il pre-guerra dei soldati, momento spesso evitato, o addirittura ripudiato, dal cinema, ha in sé la vera essenza della guerra stessa: l’inquietudine derivata dallo scontro imminente si mescola indissolubilmente alla routine, rendendo la loro vita costantemente sospesa tra speranza e paura.
I FILM DI MARTEDÌ
Finalmente al via il Concorso Lungometraggi “Finestre sul mondo” con Soula di Salah Issaad, sceneggiato insieme alla protagonista Soula Bahri che interpreta se stessa nel film ispirato alla sua storia. Contemporaneamente si apre, con Cai-Ber di Ahmed Abdelsalam, racconto intenso di una fuga ostacolata dalla società egiziana, la sezione competitiva dedicata esclusivamente ai cortometraggi di registi africani. Si arricchisce inoltre il Concorso EXTR’A con Amuka di Antonio Spanò, il quale affronta la difficile situazione vissuta dai cittadini congolesi, e i loro metodi per superarla.
SYSTÈME K
La prima replica della giornata è Système K (2019) di Renaud Barret. Il film, stavolta proiettato separatamente dalla discussione sul futuro delle industrie culturali in Africa alla quale era stata collegata, riflette sulla vita degli artisti che popolano Kinshasa. Dal lavoro di Freddy Tsimba, le cui opere hanno già ottenuto riconoscimenti internazionali, a Géraldine Tobe che dipinge usando il fumo, passando per Béni Baras che vive da senzatetto, il duo Flory - Junior, Yas, Majestik, Strombo o il gruppo Kokoko! (che ha anche composto la musica del film), emerge tutta l’eccezionalità e vitalità della nuova generazione di artisti della capitale del Congo. Essi creano direttamente sulle strade della loro città, riutilizzando oggetti di consumo di massa che non possono permettersi o utilizzando i propri corpi come canali diretti della loro espressione. L’arte si fa portavoce dell’urgenza principale dei cittadini, la sopravvivenza.
LA GUERRA CHE VERRÀ
Nel percorso di investigazione della vita nelle zone di guerra, che lo vede impegnato ormai da diversi anni, Mario Pasquini, con il suo La guerra che verrà, decide di concentrarsi sulla quotidianità del giovane soldato Baraq, il quale, come tutto il suo plotone, si trova in perenne attesa della prossimo conflitto che si abbatterà sui confini siriani. Il pre-guerra dei soldati, momento spesso evitato, o addirittura ripudiato, dal cinema, ha in sé la vera essenza della guerra stessa: l’inquietudine derivata dallo scontro imminente si mescola indissolubilmente alla routine, rendendo la loro vita costantemente sospesa tra speranza e paura.
I FILM DI MARTEDÌ
Finalmente al via il Concorso Lungometraggi “Finestre sul mondo” con Soula di Salah Issaad, sceneggiato insieme alla protagonista Soula Bahri che interpreta se stessa nel film ispirato alla sua storia. Contemporaneamente si apre, con Cai-Ber di Ahmed Abdelsalam, racconto intenso di una fuga ostacolata dalla società egiziana, la sezione competitiva dedicata esclusivamente ai cortometraggi di registi africani. Si arricchisce inoltre il Concorso EXTR’A con Amuka di Antonio Spanò, il quale affronta la difficile situazione vissuta dai cittadini congolesi, e i loro metodi per superarla.
A cura di Enrico Nicolosi