Giunge al termine la 42ª edizione del Torino Film Festival, che nelle sue giornate conclusive ha continuato a proporre celebrazioni e proiezioni in grande stile. Venerdì 29 novembre è stato il turno di Vince Vaughn, che ha ricevuto il prestigioso Premio Stella della Mole e ha presentato uno dei film che lo hanno lanciato nel panorama hollywoodiano: Swingers (Doug Liman, 1996). Durante l’incontro, Vaughn ha condiviso aneddoti della sua carriera, sottolineando come il film di Doug Liman sia stato un momento cruciale per lui e il suo amico Jon Favreau.
Le giornate hanno visto l’avanzare del Concorso Lungometraggi con opere che esplorano tematiche sociali e personali. Si parte con Kasa Branca di Luciano Vidigal, un ritratto fresco delle favelas di Rio de Janeiro, dove gli stereotipi su criminalità e violenza sono relegati sullo sfondo per mostrare episodi quotidiani di uno stile di vita comunitario. È poi toccato al secondo film italiano in concorso, n-Ego, opera seconda di Eleonora Danco che segna un’incursione visionaria nell’età adulta tramite l’analisi di ego e solitudine dei suoi protagonisti.
Indubbiamente il tema principale di questa edizione è stata la maternità, trattata con delicatezza e originalità nei lungometraggi in concorso Vena di Chiara Fleischhacker e Madame Ida di Jacob Møller. La maternità è anche al centro dei film Fuori concorso The Assessment di Fleur Fortunè, un thriller distopico che indaga le criticità di un futuro sostenibile, e Nightbitch di Marielle Heller, con una straordinaria Amy Adams in un ruolo surreale e intenso, che esplora la sua identità di donna e madre.
Per i Cortometraggi in concorso, da segnalare la presenza italiana di Francesco Frisari con The Prompt, un lavoro che riflette sul potere culturale della scrittura in relazione alle intelligenze artificiali. Continua anche il Concorso Documentari con titoli interessanti come The Shepherd del regista cinese Zhao Yufei e Le Retour Du Projectionniste di Orkhan Aghazadeh. La sezione Zibaldone ha poi regalato momenti nostalgici e intensi. Tony Renis ha presentato il “musicarello” Quando dico che ti amo (Giorgio Bianchi, 1967), rievocando le sue origini artistiche e l’emozione di rivedere una pellicola che celebra la sua carriera musicale. A seguire Maurizio Nichetti, insieme alle attrici Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz, ha introdotto Amichemai, commedia on the road che segna il suo ritorno alla regia dopo oltre vent’anni.
La retrospettiva su Marlon Brando ha continuato ad esplorare i titoli più iconici del divo, attraverso capolavori come Ultimo tango a Parigi (Bernardo Bertolucci, 1972) e Apocalypse Now (Francis Ford Coppola, 1979). Sabato 30 novembre il festival ha poi vissuto un altro momento culminante che celebra ancora il leggendario Marlon Brando, grazie all’anteprima mondiale di Waltzing with Brando, diretto da Bill Fishman. Il film segue la vita dell’attore americano dal 1969 al 1974, mettendo in risalto il suo lato più umano e complesso. L'attore Billy Zane riporta in vita Brando attraverso una magistrale performance mimetica che molti definiscono già da premio.
La 42ª edizione del Torino Film Festival è ormai giunta alla sua conclusione, ma le sorprese non sono finite. Restate con noi per scoprire i film vincitori e gli ultimi momenti di questa straordinaria edizione, qui su longtake.
A cura di Romeo Gjokaj
Le giornate hanno visto l’avanzare del Concorso Lungometraggi con opere che esplorano tematiche sociali e personali. Si parte con Kasa Branca di Luciano Vidigal, un ritratto fresco delle favelas di Rio de Janeiro, dove gli stereotipi su criminalità e violenza sono relegati sullo sfondo per mostrare episodi quotidiani di uno stile di vita comunitario. È poi toccato al secondo film italiano in concorso, n-Ego, opera seconda di Eleonora Danco che segna un’incursione visionaria nell’età adulta tramite l’analisi di ego e solitudine dei suoi protagonisti.
Indubbiamente il tema principale di questa edizione è stata la maternità, trattata con delicatezza e originalità nei lungometraggi in concorso Vena di Chiara Fleischhacker e Madame Ida di Jacob Møller. La maternità è anche al centro dei film Fuori concorso The Assessment di Fleur Fortunè, un thriller distopico che indaga le criticità di un futuro sostenibile, e Nightbitch di Marielle Heller, con una straordinaria Amy Adams in un ruolo surreale e intenso, che esplora la sua identità di donna e madre.
Per i Cortometraggi in concorso, da segnalare la presenza italiana di Francesco Frisari con The Prompt, un lavoro che riflette sul potere culturale della scrittura in relazione alle intelligenze artificiali. Continua anche il Concorso Documentari con titoli interessanti come The Shepherd del regista cinese Zhao Yufei e Le Retour Du Projectionniste di Orkhan Aghazadeh. La sezione Zibaldone ha poi regalato momenti nostalgici e intensi. Tony Renis ha presentato il “musicarello” Quando dico che ti amo (Giorgio Bianchi, 1967), rievocando le sue origini artistiche e l’emozione di rivedere una pellicola che celebra la sua carriera musicale. A seguire Maurizio Nichetti, insieme alle attrici Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz, ha introdotto Amichemai, commedia on the road che segna il suo ritorno alla regia dopo oltre vent’anni.
La retrospettiva su Marlon Brando ha continuato ad esplorare i titoli più iconici del divo, attraverso capolavori come Ultimo tango a Parigi (Bernardo Bertolucci, 1972) e Apocalypse Now (Francis Ford Coppola, 1979). Sabato 30 novembre il festival ha poi vissuto un altro momento culminante che celebra ancora il leggendario Marlon Brando, grazie all’anteprima mondiale di Waltzing with Brando, diretto da Bill Fishman. Il film segue la vita dell’attore americano dal 1969 al 1974, mettendo in risalto il suo lato più umano e complesso. L'attore Billy Zane riporta in vita Brando attraverso una magistrale performance mimetica che molti definiscono già da premio.
La 42ª edizione del Torino Film Festival è ormai giunta alla sua conclusione, ma le sorprese non sono finite. Restate con noi per scoprire i film vincitori e gli ultimi momenti di questa straordinaria edizione, qui su longtake.
A cura di Romeo Gjokaj