Atlanta, 1948. La vedova Daisy Werthan (Jessica Tandy) è un'anziana ma arzilla signora che trascorre le sue giornate tra amici, visite alla sinagoga e famiglia. È però un vero pericolo al volante: perciò il figlio Boolie (Dan Aykroyd) decide di assumere un autista, Hoke (Morgan Freeman), che guidi al suo posto l'automobile e l'accompagni dove vuole. Nonostante le reticenze e la freddezza iniziale, tra i due nascerà un rapporto di profonda amicizia, che li avvicinerà soprattutto nei momenti più difficili.
Tratto dalla commedia di Alfred Huhry, il film racconta il tenero rapporto tra i due protagonisti, così diversi eppure così tanto simili nella loro comune umanità. Lei è una ricca signora ebrea, lui un uomo di colore che fa un lavoro umile: dissimili, certo, ma è a partire da tale distanza che può generarsi un vero tentativo di avvicinamento. Si comincia con il racconto del pregiudizio, un vizio crudele che non fa differenze di sorta e pare radicato nel tempo e nel costume, dopodiché si approda alla dialettica di una società americana che si presuppone essere in via di miglioramento: una posizione buonista e un po' facilona, ma coccolata con onesta e schietta dolcezza. Ne risulta una commedia toccante e misuratamente garbata, prevedibile ma capace di toccare corde profonde. Interessante la colonna sonora di Zimmer, composta da una fusione di suoni sintetizzati con quelli dell'orchestra sinfonica. Quattro premi Oscar: miglior film, miglior attrice protagonista (strepitosa Jessica Tandy, ma non è da meno Morgan Freeman), miglior sceneggiatura non originale e miglior trucco.