Acqua, vento, sabbia
Aab, baad, khaak
1989
Paese
Iran
Genere
Drammatico
Durata
75 min.
Formato
Colore
Regista
Amir Naderi
Attore
Majid Niroumand
Un ragazzo (Majid Nirumand) torna dopo una lunga assenza nel villaggio dove abita la sua famiglia. Dopo aver scoperto che tutti gli abitanti hanno abbandonato le loro case a causa di una grave siccità, si mette in cammino da solo nel deserto alla ricerca dei suoi cari. In un ideale dittico insieme a Il corridore (1984), girato cinque anni prima con lo stesso giovane attore protagonista, marca uno dei vertici stilistici più radicali nel cinema dell'iraniano Naderi. Nessun cineasta raggiunge la sua intensità nel dare corpo alle sensazioni, in un cinema che come nessun altro, o quasi, sa essere materico ed elementale. Questo film lo è già a partire dal titolo, sintesi dei tratti essenziali che connotano il paesaggio visivo inquadrato, con raffinata sensibilità figurativa, dalla macchina da presa. Dialoghi quasi inesistenti, utilizzo insistito del campo lungo, immagini nebulose e remote, il soffiare del vento che continuamente investe l'attenzione dello spettatore. Ogni dettaglio contribuisce a creare un'esperienza cinematografica basata più sulla percezione che sulla narrazione. Sono infatti pochissimi, e all'apparenza insignificanti, gli eventi che costellano il viaggio del protagonista: il suo è una sorta di walkabout, un rito di passaggio verso l'età adulta condotto attraverso le più estreme condizioni di sopravvivenza. L'incoercibile slancio vitale che lo sostiene trova la sua massima espressione nel visionario finale, una sorta di impetuoso orgasmo sensoriale accompagnato per la prima volta nel corso di tutto il film dalla musica. Da vedere.
Maximal Interjector
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