Ritratto di famiglia con tempesta
Umi yori mo mada fukaku
2016
Paese
Giappone
Genere
Drammatico
Durata
117 min.
Formato
Colore
Regista
Hirokazu Kore-Eda
Attori
Hiroshi Abe
Kirin Kiki
Yōko Maki
Satomi Kobayashi
Sōsuke Ikematsu
Lily Frankie
Ryota (Hiroshi Abe), ex scrittore di successo, lavora come investigatore privato ed è dipendente dal gioco d’azzardo, vizio che inevitabilmente allontana tutti i suoi affetti. Quando l’ex moglie (Yoko Fare), il figlio piccolo (Taiyô Yoshizawa) e l’anziana madre (Kirin Kiki) sembrano ormai distantissimi, ci penserà un tifone a costringere la famiglia a una convivenza forzata.
Da un soggetto e una sceneggiatura scritti dallo stesso regista, Ritratto di famiglia con tempesta è un racconto familiare perfettamente nelle corde del proprio autore. Abituato ad affrontare i rapporti generazionali nel Giappone contemporaneo, Kore-Eda dimostra anche qui di saper maneggiare bene la materia, ma la prima parte fatica troppo a carburare e soltanto nella seconda il film riesce a decollare come dovrebbe. Buona la metafora legata alle calamità naturali: così come il paese ripartì nel 2011 dopo lo tsunami, affrontando i propri demoni e vedendo sgretolate le certezze, così i protagonisti sono costretti insieme tra le mura domestiche da un tifone che impazza. Peccato che, oltre a questo spunto molto interessante, le dinamiche tra i protagonisti assomiglino tremendamente a quelle già potute apprezzare in opere come Father and Son (2013): così, il copione sa di già visto e rende il film imperfetto e a tratti un po’ ripetitivo. Nel cast, decisamente in parte, si distingue la delicata e ironica prova della veterana Kirin Kiki. Il film è stato presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2016.
Da un soggetto e una sceneggiatura scritti dallo stesso regista, Ritratto di famiglia con tempesta è un racconto familiare perfettamente nelle corde del proprio autore. Abituato ad affrontare i rapporti generazionali nel Giappone contemporaneo, Kore-Eda dimostra anche qui di saper maneggiare bene la materia, ma la prima parte fatica troppo a carburare e soltanto nella seconda il film riesce a decollare come dovrebbe. Buona la metafora legata alle calamità naturali: così come il paese ripartì nel 2011 dopo lo tsunami, affrontando i propri demoni e vedendo sgretolate le certezze, così i protagonisti sono costretti insieme tra le mura domestiche da un tifone che impazza. Peccato che, oltre a questo spunto molto interessante, le dinamiche tra i protagonisti assomiglino tremendamente a quelle già potute apprezzare in opere come Father and Son (2013): così, il copione sa di già visto e rende il film imperfetto e a tratti un po’ ripetitivo. Nel cast, decisamente in parte, si distingue la delicata e ironica prova della veterana Kirin Kiki. Il film è stato presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2016.
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