Paul Sullivan (Brad Dourif), avvocato americano impegnato civilmente, giunto a Belfast durante i primi anni Ottanta in compagnia della fidanzata Ingrid (Frances McDormand), indaga sui rapporti poco ortodossi della polizia inglese nei confronti di alcuni cittadini sospettati di vicinanza all'esercito irredentista irlandese. Quando l'uomo viene ucciso, la donna – con l'aiuto di un agente inglese (Brian Cox) – scopre l'esistenza di un complotto che lega la CIA alle elezioni del 1987, terzo mandato per Margaret Thatcher. Curiosa variazione ai limiti della fantapolitica, nonostante sia ispirato alle reali vicende – ancora poco chiare – che gravitavano attorno a certi omicidi immotivati da parte dell'organo di polizia Royal Ulster Constabulary, L'agenda nascosta è, a suo modo, un'opera a tesi. Come i meno riusciti film di Loach, tuttavia, è la mancanza di spina dorsale (che supera l'ormai nota antipatia del suo autore nei confronti della figura della Thatcher) e un'identità poco pungente e spesso allo sbaraglio a farne un esperimento azzardato ma claudicante, funzionale nella prima parte del suo svolgimento per poi evolversi in un oggetto farraginoso e dalla complessità troppo “artificiale” per risultare spontaneo o, perlomeno, efficace. Brian Cox, tuttavia, è un interprete di livello elevatissimo, e riesce perfino a oscurare un'attrice di razza come Frances McDormand. Premio della Giuria (guidata da Bernardo Bertolucci) al Festival di Cannes 1990, è il primo dei tre film di Loach scritto da Jim Allen, scomparso nel 1999 (gli altri due sono Piovono pietre del 1993 e Terra e libertà del 1995).