Aaron Stampler (Edward Norton), giovane e timido chierichetto, viene arrestato con l'accusa di omicidio ai danni di un importante arcivescovo (Stanley Anderson). Ad occuparsi della difesa, lo spregiudicato Martin Vail (Richard Gere), costretto ad affrontare in aula il pubblico ministero ed ex compagna Janet Venable (Laura Linney): le indagini e il processo faranno emergere una verità agghiacciante.

Esordio registico sul grande schermo per Gregory Hoblit, che confeziona un thriller di stampo processuale ispirato al romanzo Primal Fear di William Diehl. Banali gli inserti gialli suggeriti dalla sceneggiatura di Steve Shagan e Ann Biderman, concentrata più a veicolare l'iter di (de)formazione del cinico Vail e a suggerire (furbescamente) il torbido nascosto sotto l'apparentemente adamantina comunità ecclesiastica che a sciogliere e risolvere gli snodi narrativi; a conti fatti, il film risulta assai più convenzionale di quanto voglia apparire, nonostante la scottante materia di base e la sorpresa finale (in realtà un po' deludente). A colpire realmente nel segno sono però le interpretazioni di un cast in forma smagliante: strepitosi i duetti tra Richard Gere e Laura Linney (con netta predominanza di quest'ultima), mentre la performance di Edward Norton (candidato a un Oscar come migliore attore non protagonista e vincitore di un Golden Globe) vale la visione. Frances McDormand è la dottoressa Molly Arrington. Musiche di James Newton Howard, fotografia (un po' televisiva) di Michael Chapman.