Deborah (Sienna Miller), straripante e impulsiva, vive in una piccola casa di periferia assieme alla figlia Bridget che è appena diventata madre. Dopo una serata con l’ex-compagno, la ragazza però scompare lasciandola al difficile compito di crescere il nipote. Assieme alla sorella Katherine (Christina Hendricks), Deborah cercherà di rincominciare da capo senza mai perdere la speranza di ritrovarla.

Partendo dalla sceneggiatura di Brad Ingelsby, Jake Scott torna a raccontare un dramma familiare come già era avvenuto nel precedente Welcome to the Rileys. La benpensante provincia americana fa da sfondo al percorso di maturazione di una donna cresciuta troppo velocemente, ma capace poi di reagire con determinazione agli ostacoli che le si parano davanti. Scott decide di raccontare un ampio spazio temporale dove è la natura a scandire il passare delle stagioni, il mutare di cose e persone. La ricerca di un realismo lontano da facili sentimentalismi valorizza una storia altrimenti fraintendibile, mentre la scelta di fredde gradazioni cromatiche trasmette efficacemente il peso delle avversità cui va incontro la protagonista. Particolarmente evocativa l’uscita dalle tenebre di Deborah, vestita di bianco, capace di illuminare la scena riprendendosi in mano il proprio destino. Il vero tema resta però il rapporto fra sorelle, la capacità di una famiglia di rimanere unita nella speranza di una vita migliore. Il film, che avrebbe dovuto chiamarsi The Burning Woman, è capace di emozionare proprio grazie alla sfavillante interpretazione di Sienna Miller.