Amores perros
Amores perros
2000
Paese
Messico
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
154 min.
Formato
Colore
Regista
Alejandro González Iñárritu
Attori
Emilio Echevarrìa
Gael García Bernal
Goya Toledo
Álvaro Guerrero
Vanessa Bauche
Marco Pérez
Jorge Salinas
Rodrigo Murray
Adriana Barraza


Octavio (Gael García Bernal) si innamora di Susana (Vanessa Bauche), moglie di suo fratello Ramiro (Marco Pérez), e decide di guadagnare i soldi necessari per fuggire con la cognata facendo combattere il suo cane. La fotomodella Valeria (Goya Toledo) finisce su una sedia a rotelle dopo un'incidente e il rapporto con il suo compagno (Álvaro Guerrero) si logora anche a causa dello smarrimento dell'inseparabile cagnolino della donna. El Chivo (Emilio Echevarría) è un sicario che vive da vagabondo, circondato da cani, e cerca redenzione per la sua vita, tentando di ricongiungersi con la figlia abbandonata molto tempo prima.

Folgorante esordio per il cineasta messicano Alejandro González Iñárritu con un'opera che risente dell'influenza di Quentin Tarantino (in primis di Pulp Fiction del 1994) ma riesce a essere personale, acuta e originale. La complessità narrativa è esplicitata da una struttura a mosaico in cui tre storie si sviluppano in modo parallelo e le vite dei vari personaggi si sfiorano fino a incontrarsi in un momento chiave: in questo modo Iñárritu e il suo sceneggiatore di fiducia, Guillermo Arriaga, intendono raccontare l'imprevedibilità del caso e la caustica ironia del destino non meno spietato e crudele della natura umana. Il film, infatti, illustra la ferocia e l'egoismo degli uomini declinati in tre modalità diverse, unite tra loro dal bisogno d'amore quasi patologico dei protagonisti: una necessità da soddisfare a discapito di qualsiasi armonia familiare (reale o presunta), rapporto interpersonale o equilibrio psicologico. In questo modo emerge uno spaccato sociale inquietante dove a dominare sono disonestà, tendenza alla sopraffazione, violenza fisica e verbale e in cui le divisioni di classe sono appianate dalla comunanza di sofferenze e dalla ricerca di affetto, attraverso la compagnia di cani i cui comportamenti rabbiosi e ribelli altro non sono che il retaggio dell'efferatezza e del solipsismo dei rispettivi padroni. Lo stile vibrante di Iñárritu conferisce alla pellicola una forza visiva e una potenza drammatica di rara efficacia oltre a saper unire, con intelligenza e passione, lo sguardo disincanto e amaro sul presente alla descrizione di laceranti angosce esistenziali. In assoluto uno degli esordi più potenti d'inizio nuovo millennio. Nomination all'Oscar come miglior film straniero e Gran Premio della Semaine de la Critique al Festival di Cannes.


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