Nell'Ottocento, il tenente russo Dubrowskij (Rodolfo Valentino) cambia pelle e si trasforma in un vigilante mascherato, deciso a vendicarsi di chi ha tolto le terre alla sua famiglia. Tratto da un racconto di Aleksandr Puškin, Aquila nera è uno dei film più popolari con Rodolfo Valentino. Lontano dalle atmosfere melodrammatiche della maggior parte dei suoi lavori precedenti (L'età di amare del 1922, di Sam Wood, ne è un evidente esempio), il divo dà pieno sfogo alla sua versatilità attoriale in una pellicola avventurosa che ricorda i principali film con protagonista Douglas Fairbanks (Il segno di Zorro, 1920, di Fred Niblo o Robin Hood, 1922, di Allan Dwan). Il personaggio funziona, così come le atmosfere messe in scena da Clarence Brown, e la breve durata contribuisce a dare all'azione buon ritmo evitando ogni rischio di pedanteria. Nonostante questo, però, non c'è molto per cui applaudire e nessuna sequenza rimane particolarmente impressa nella memoria, ma (grazie alla bella confezione complessiva) resta una delle pellicole con protagonista Valentino più riuscite in assoluto. L'attore, grazie a questo film, divenne ancora più popolare.