Il presidente degli Stati Uniti d'America Allan Trumbull (Morgan Freeman) e la sua guardia personale Mike Banning (Gerard Butler) vengono attaccati da droni comandati a distanza. Entrambi restano feriti e Banning viene accusato dell'attentato e arrestato. Riuscirà a fuggire, chiedendo aiuto al padre (Nick Nolte) per cercare di scoprire l'autore del complotto.
Terzo capitolo di una saga che fin dal primo film si arrabattava tra fiacchi riferimenti al cinema action degli anni ’80 e ’90, con svolte narrative prevedibili e senza mai riuscire a sorprendere lo spettatore. Arrivati al terzo lungometraggio, il tracollo è totale in questo lungometraggio inutilmente serioso e pomposo, privo di ironia e totalmente incapace di appassionare il suo pubblico di riferimento. L’aggiunta di Nick Nolte nel cast è posticcia tanto quanto il suo personaggio, mentre Gerard Butler è ai minimi storici con un’interpretazione incolore e totalmente inespressiva. Dopo la Casa Bianca e Londra, ora è il suo personaggio a “cadere” (Angel Has Fallen è il titolo originale), ma non interessa praticamente a nessuno già dopo pochi minuti. Anche il montaggio eccessivamente frenetico dà più fastidio che altro.
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