Marcello Ferrari (Nino Manfredi) è un musicista: vive con un gatto, Wolfango Amadeo, sua moglie Giulia (Mariangela Melato) e due figli. Cesare (Eli Wallach) è un ricco fascista, che riesce a sedurre Giulia e a convincerla lasciare il marito. Marcello, per vendicarsi, si introduce nella sua villa e lo punisce sadicamente, facendolo impazzire. La pellicola, che vorrebbe trasudare autorialità e autorevolezza oltre qualsiasi livello di saturazione, adatta una sceneggiatura già di suo ridondante e letteraria, parca nello humour ma destinata a virare, purtroppo, verso uno sgradevole tono grottesco. Partendo da una storia di tradimento, il film si apre a posticce riflessioni sui massimi sistemi, perdendosi in una serie di discorsi e istanze assolutamente pretestuosi che stridono, oltretutto, con alcune scelte stilistiche, rientrando semmai nella vocazione vanamente intellettualistica dell'operazione in generale. Gli unici aspetti interessanti che il film potrebbe rivendicare sono legati alla caratterizzazione dei personaggi, portatori di vizi e virtù, di retorica e di pathos. Ma le scene di satira sociale, spesso confinanti con il trash, appesantiscono l'insieme rendendolo muffo, pretenzioso e avariato, tra manierismi registici, inquadrature ostentate, inutili svolazzi svistosi e ineleganti. Colonna sonora di Ennio Morricone.