L'imperatore Federico I Barbarossa (Rutger Hauer) sogna di creare un impero universale e per farlo cerca di prendere possesso del territorio italiano. Durante l'invasione di Milano, perdono la vita i fratelli di Alberto da Giussano (Raz Degan), il quale giura vendetta, dando vita alla Lega Lombarda, che si opporrà all'ascesa dell'imperatore. Con chiari intenti politici, promosso anche dalla Lega Nord (se la prima al Castello Sforzesco di Milano con i leader politici è un indizio, la presenza inserita in post produzione di Umberto Bossi è una delle tante prove), il prodotto di Renzo Martinelli, prima che fazioso, è soprattutto vicino a un esito disastroso dal punto di vista cinematografico. Due ore e venti minuti di sequenze di dubbio gusto estetico, che raccontano le gesta di Alberto da Giussano, il paladino leghista, nella celebre Pontida, mostrando anche l'immancabile Carroccio, puntando su una ricostruzione approssimativa e del tutto incapace di fornire una adeguata ricostruzione d'epoca. Tentativo scialbo di emulare grandi produzioni storiche sul Medioevo, Barbarossa (titolo fuorviante perché, a conti fatti, il protagonista è un altro) non emoziona, non coinvolge, non appassiona, non intrattiene. Di gran lunga inferiore a tante mediocri fiction televisive. Peccato, perché Martinelli ha ben altre capacità.