Nuove disavventure per il deforme Belial: la compagna Eve sta per renderlo padre, ma alcuni poliziotti, tra cui un ambiguo sceriffo (Gil Roper), gli rendono la vita difficile. Toccherà al fratello Duane (Kevin Van Hentenryck) e a Nonna Ruth (Annie Ross) tentare di risolvere la situazione. Dopo Basket Case (1982) e Basket Case 2 (1990), Frank Henenlotter (anche sceneggiatore con Robert Martin) chiude la saga sull'ormai celebre Belial inneggiando agli adorati freaks («We're here to stay, and nothing, and no one can ever make us hide again!») e trasformando la sua creatura in un oltraggiato e vendicativo giustiziere che difende disperatamente la prole. Il risultato è a dir poco aberrante: nessuna delicatezza o pietà nel tratteggiare la solitudine dei diversi, solo un grottesco e deprimente circo che precipita fin dai primi minuti nel ridicolo involontario (la sospirata e non facile contaminazione tra horror e commedia è annullata in favore della demenzialità più pura). Momenti scult a non finire (il parto di Eve, la lotta finale tra un tecnologizzato Belial e il crudele sceriffo) ed effetti speciali a livello amatoriale. Improponibile e fastidioso. Musiche di Joe Renzetti, fotografia di Robert Paone.