Alex Gates (Jack Nicholson) è un commerciante di vini, pieno di debiti e con una famiglia a carico che trascura completamente. In cerca di una svolta nella sua vita, pensa di rubare una collana preziosissima: per farlo chiede aiuto allo scassinatore Victor (Michael Caine). Blood and Wine ricorda, almeno nelle intenzioni, le prime opere di Bob Rafelson, (come Cinque pezzi facili, del 1970, o Il re dei giardini di Marvin, del 1972) nelle quali venivano analizzate le vicende famigliari di personaggi molto diversi tra loro ma spesso complementari. Lo stesso accade in questo lungometraggio dove, al centro dell'intreccio, c'è una famiglia in crisi e in cui il regista presenta una serie di personaggi che si muoveranno a coppie lungo l'intero arco narrativo (Alex e Victor, Alex e sua moglie, Alex e l'amante, l'amante e il figliastro di Alex): una scelta che riesce a sottolineare il feroce egoismo dell'essere umano, disposto a sacrificare le relazioni più preziose pur di ottenere ciò che desidera. Il risultato finale però è piuttosto lontano dalle vette della filmografia del regista che, pur costruendo un thriller piacevole e interessante (sostenuto anche dalla coppia Caine-Nicholson), non centra del tutto l'obiettivo: la sceneggiatura, ricca di tradimenti e di doppi giochi, manca un po' di mordente e la psicologia dei personaggi viene approfondita soltanto in parte.