Un uomo ferito e privo di memoria viene recuperato da una barca in mare aperto al largo delle coste liguri. Ritrovati gli estremi della propria identità, Jason Bourne (Matt Damon), agente speciale della CIA, cerca di rimettere insieme i pezzi della propria vita e di scoprire chi intende eliminarlo. Braccato a Parigi dai servizi segreti, troverà aiuto in Marie (Franka Potente).
Adattamento del romanzo Un nome senza volto di Robert Ludlum, The Bourne Identity è il primo capitolo di una saga particolarmente fortunata. Piacevole mix tra cinema d'azione e di spionaggio, senza altissime concessioni alla spettacolarità ma improntato a un certo realismo e a una minima analisi psicologica dei protagonisti (specie per quanto riguarda la figura centrale di Bourne), la pellicola finisce, però, per peccare di personalità, risultando carente sotto il punto di vista dell'intrattenimento, soprattutto con il passare dei minuti. A una parte iniziale ben bilanciata, che cattura grazie alla costruzione di una vicenda enigmatica, segue infatti uno sviluppo poco armonico, fatto di flashback e rivelazioni, che fanno calare di ritmo la narrazione. Il risultato è un film in strano bilico tra introspezione e frenesia, che non sviluppa adeguatamente nessuno dei due aspetti. La sottotraccia politica, rappresentata dal potere ingerente dell'organizzazione segreta sull'individuo a discapito del fattore umano, rimane sullo sfondo, semplicemente abbozzata; ed è un peccato. Matt Damon è a proprio agio in un ruolo che riprenderà in The Bourne Supremacy (2004) e in The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo (2007), entrambi diretti da Paul Greengrass. Scritto da Tony Gilroy e W. Blake Herron. Musiche di John Powell.