Nell'immaginario regno dell'Illiria una dispotica e viziata principessa (Clara Pontoppidan) si sbarazza di ogni pretendente condannandolo alla forca. Il principe di Danimarca (Svend Methling) riesce però a conquistare il suo cuore, grazie a un astuto stratagemma. Con l'intento di cambiare radicalmente registro rispetto alle dense implicazioni socio-politiche del precedente Gli stigmatizzati (1922), Carl Theodor Dreyer scelse come soggetto per il suo film successivo una popolare opera teatrale scritta da Holger Drachmann, autore di punta della drammaturgia nazionale danese di fine ottocento. Immerso in una leggiadra atmosfera da fiaba che deve molto alle opere di Andersen, C'era una volta è uno dei film muti di Dreyer in cui la dimensione psicologica dei personaggi è meno caratterizzata. La prima parte, teatrale e appesantita da un apparato scenografico barocco insolito per l'autore danese, risulta piuttosto opaca. Il film beneficia invece degli straordinari scenari naturalistici filmati nella seconda parte, in cui la narrazione per immagini sembra in parte affrancarsi dal peso della matrice letteraria. Purtroppo le uniche copie del film a noi pervenute mancano di molte delle sequenze finali.