Michael (Walter Slezak), giovane discepolo e compagno del pittore di successo Zoret (Benjamin Christensen), viene sedotto dalla avvenente principessa Zamikov. La donna riesce ad interporsi tra i due, facendo precipitare il pittore nella solitudine e nella disperazione. Tratto da un romanzo del danese Herman Bang, è uno dei primi film della storia del cinema a raccontare un amore omosessuale. Carl Theodor Dreyer, di certo più interessato alla introspezione dei personaggi in quanto individui che non ai loro orientamenti sessuali, è riuscito a portare sullo schermo questo soggetto beneficiando del clima di apertura e tolleranza che si respirava in Germania solo pochi anni prima dell'avvento del nazismo. Il risultato coincide con una delle opere più ricche e sorprendenti del periodo muto del cineasta danese: magnifica la definizione dei personaggi, ottima la sceneggiatura, sublime la messa in scena. Per interpretare il personaggio di Zoret, centrale nel film e modellato sulla figura dello scultore Auguste Rodin, Dreyer ha scelto Benjamin Christensen, attore e regista ammirato per la sua visionarietà. Nella sua romantica, totalizzante presa di coscienza finale è lecito scorgere un anticipo di quell' amor omnia che sarà pronunciato quaranta anni dopo dalle labbra di Gertrud. Applaudito in tutta Europa, all'uscita sul mercato americano fu vergognosamente marchiato a fuoco con titoli ad effetto come The Inverts o Chained: The Story of the Third Sex. Due leggendari direttori della fotografia nel cast: Karl Freund e Rudolph Maté.