Aprile, 1945. La Seconda guerra mondiale è ormai persa e Adolf Hitler (Bruno Ganz), rinchiuso nel proprio bunker a Berlino assieme allo stato maggiore del Reich, prova a organizzare una inutile resistenza contro l'avanzata dell'esercito russo nella capitale tedesca.
Tra i più celebri film dedicati al dittatore tedesco, il terzo lungometraggio per il grande schermo di Hirschbiegel è il racconto tragico degli ultimi giorni di vita di Hitler, che, ormai allo stremo e nascosto nel FührerBunker, si rifiuta di credere alla resa della Germania. Al netto di qualche inesattezza per obblighi narrativi, il regista realizza un dramma d'interni claustrofobico, quasi tutto ambientato in un set/prigione che schiaccia il protagonista (per alcuni reso con tratti troppo “umani”). Forse un po' schematico e dal ritmo discontinuo, rimane un potente apologo forte di un gigantesco Bruno Ganz, che dipinge un Hitler certamente folle, ma soprattutto ne afferma la debolezza di un uomo sconfitto e condannato dalla Storia. Incisiva sceneggiatura di Bernd Eichinger. Nomination all'Oscar come miglior film straniero.