Dopo l'11 Settembre, il mondo Occidentale non si sente più sicuro, specialmente l'America. Morgan Spurlock, documentarista, sta per diventare papà e vuole crescere suo figlio senza dover fare i conti con minacce di terrorismo, perciò si mette sulle tracce del primo nemico statunitense, Osama Bin Laden. Dopo aver sorpreso e divertito le platee mondiale con il celebre Super Size Me (2004), Morgan Spurlock torna dietro la macchina da presa per dirigere un nuovo documentario che, esattamente come il titolo appena citato, si avvale di uno stile scanzonato e ironico per affrontare in realtà tematiche e argomenti decisamente più scottanti. A cominciare dalla lettura della trama, infatti, possiamo intuire come le intenzioni del regista di arrivare al cuore della vicenda proposta siano affrontate partendo da toni più leggeri. Che fine ha fatto Osama Bin Laden? a ogni modo rimane un lavoro più canonico e superficiale di quanto ci si aspetterebbe: Spurlock infatti si arena su temi e riflessioni già affrontate (l'uguaglianza con il “nemico”, la libertà religiosa, la teoria complottista che vede una relazione tra il governo statunitense e il loro principale nemico) e che rischiano di non coinvolgere sufficientemente il pubblico al di fuori degli States. Inoltre, il regista argomenta la sua tesi in maniera chiara e lineare grazie all'inserto di grafiche animate o simili, ma non riesce mai ad andare nello specifico del tema morale della questione. Pur avendo messo alla berlina alcuni personaggi politici (Bush e Rumsfeld in primis), il film stenta a decollare e arranca stancamente per tutta la sua durata, penalizzando le qualità comunque presenti. Il titolo cita un celebre programma per bambini (Where in the world Is Carmen Sandiego?), ripreso anche dalla traduzione italiana.