Chiara
Chiara
2022
Paesi
Italia, Belgio
Generi
Drammatico, Biografico, Storico
Durata
106 min.
Formato
Colore
Regista
Susanna Nicchiarelli
Attori
Margherita Mazzucco
Andrea Carpenzano
Carlotta Natoli
Paola Tiziana Cruciani
Flaminia Mancin
Valentino Campitelli
Paolo Briguglia
Assisi, 1211. Chiara (Margherita Mazzucco) ha diciotto anni, e una notte scappa dalla casa paterna per raggiungere il suo amico Francesco (Andrea Carpenzano). Da quel momento la sua vita cambia per sempre. Non si piegherà alla violenza dei famigliari, e si opporrà persino al Papa: lotterà con tutto il suo carisma per sé e per le donne che si uniranno a lei, per vedere realizzato il suo sogno di libertà. 

Dopo i ritratti femminili di Nico, 1988 (1988) e Miss Marx (2020), la regista Susanna Nicchiarelli si concentra su un’altra donna, stavolta della storia religiosa italiana, a chiusura di un’ideale trilogia. Come nei due film precedenti, il focus è su una donna che la storia ha tenuto in ombra rispetto a individui maschili e che la regista prova a rileggere con uno sguardo attento al rigore storico del suo vissuto ma anche con un forte senso di modernità e attualità della parabola umana e laica ancor prima che divina (il ruolo di Santa Chiara è affidato a Margherita Mazzucco, già Elena de L’amica geniale e giovane attrice con un volto perfetto per la parte). Il risultato è però inferiore alle due opere che lo hanno preceduto e la ricerca, in chiave visiva e di regia, di quella sobrietà e spoliazione di cui rese artefice tanto Chiara quanto il suo compagno di percorso Francesco, è spesso controproducente. Tutte le sequenze sono infatti debolmente accennate, inerti e irrigidite tanto nell’uso degli spazi e degli ambienti molto spesso naturali quanto nella direzione degli attori, schiacciata da un’ingessata scolasticità che si fa carico di riprodurre anche la lingua volgare del tempo (fu proprio Francesco, col suo Cantico delle creature, a mettere per iscritto una lingua all’epoca solo parlata). A ciò si aggiunge la scelta di far cantare delle sequenze in francese antico, lingua della quale Francesco stesso in vita fu molto appassionato e alla quale deve il suo nome, aumentando la sensazione di straniamento e scollamento dai personaggi e dal loro muoversi e agire con scarsissima naturalezza (con in più qualche ricaduta kitsch non esattamente voluta). La messa in quadro frontale dei volti, cui la regista ricorre in più di un’occasione, non riesce nemmeno a esaltare il potere iconico (in senso anche sacrale) di Chiara e Francesco, riproducendo l’effetto generale di un presepe vivente filmato senza troppo nerbo né ispirazione. Sono leggermente più efficaci i momenti in cui la storia di una ragazza femminista e della sua rivoluzione per il diritto a vivere la povertà in prima persona, in un tempo in cui la donna era ancora ritenuta prima depositaria e responsabile ultima del peccato originale, vengono indirizzati verso l’umanizzazione più conviviale, terrena e prosaica, mentre la ieraticità dell’operazione non riesce a restituire appieno la dimensione politica e spirituale della radicalità delle vite dei personaggi e la scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, tutti elementi blandamente evocati più che raccontati. Il film è nato da un lavoro di ricerca filologia sulla figura di Santa Chiara fatto da Nicchiarelli durante il periodo del lockdown, con una documentazione debitrice dei libri della studiosa di storia Chiara Frugoni, scomparsa poco prima dell’uscita del film e alla quale il film è dedicato. Nel cast anche Luigi Lo Cascio nel ruolo di Papa Gregorio IX. Costumi di Massimo Cantini Parrini, musiche del gruppo Anonima Frottolisti, formatosi ad Assisi e dedito allo studio e alla riscoperta del repertorio musicale medievale e rinascimentale. Presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022.
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