Eleanor (Romola Garai), figlia minore di Karl Marx (Philip Gröning), è tra le prime figure femminili a combattere per i diritti delle donne, dei bambini e dei lavoratori. L'incontro con Edward Aveling (Patrick Kennedy) le cambierà la vita.

Dopo aver vinto il Leone d’Oro nella sezione Orizzonti con Nico, 1988, Susanna Nicchiarelli torna dietro la macchina da presa per un biopic dedicato a Eleanor “Tussy” Marx, figlia del grande filosofo. La figura della giovane donna impegnata in lotte politiche permette alla regista di affrontare tematiche ancora attuali e pregnanti, ma l’interesse del soggetto, purtroppo, non trova totale corrispondenza nelle scelte stilistiche proposte. Decidendo, infatti, di concentrarsi sulla sfera privata, Nicchiarelli tralascia diversi dettagli legati al contesto storico e alle apparizioni pubbliche di Eleanor, limitandosi a tracciare un ritratto che risulta incompleto, monco: se la volontà era quella di portare alla luce un personaggio femminile sconosciuto ai più, perché non farlo delineandone al meglio tutte le dimensioni? Il film, complici anche una regia scolastica e alcune scelte un po’ ingenue (i discorsi politici recitati guardando in macchina o la colonna sonora contemporanea che, invece di attualizzare la vicenda, aumenta la sensazione di scollamento generale), è un compito ben fatto ma poco di più: l’opera non cresce mai in intensità e tiene lo spettatore continuamente a distanza, facendolo emozionare poco. Romola Garai è intensa e credibile nei panni della protagonista, ma la sceneggiatura non le dà moltissimo su cui lavorare e, a conti fatti, ciò che rimane è soprattutto la sensazione di un’occasione mancata per raccontare qualcosa di più su un’attivista rivoluzionaria. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2020.