Corpus Christi
Boze Cialo
2019
Paesi
Polonia, Francia
Genere
Drammatico
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Jan Komasa
Attori
Bartosz Bielenia
Aleksandra Konieczna
Eliza Rycembel
Tomasz Ziętek
Zdzislaw Wardejn
Il sogno di Daniel (Bartosz Bielenia) è diventare prete, ma i numerosi reati commessi e il periodo passato in riformatorio non lo permettono. Tuttavia, in un paese lontano dal luogo del riformatorio, viene scambiato per il nuovo sacerdote e il ragazzo approfitta della situazione.
Regista polacco già autore di diversi prodotti interessanti, Jan Komasa firma il film della sua definitiva maturità, parlando dell’ossessione cattolica del suo paese natale, dando al suo un film un taglio profondamente sociologico e sostanzialmente politico. La necessità di avere una guida proveniente dalla Chiesa ottenebra gli sguardi degli abitanti del villaggio che seguono il ragazzo più per il vestito che indossa che per le cose che compie e dice: Corpus christi, però, arriva anche a riflettere sull’ipocrisia di una società che non offre reali seconde possibilità e non dà redenzione a chi non ha seguito i percorsi prestabiliti fin dall’inizio. Non è un lungometraggio semplice, come dimostra anche la sequenza conclusiva, ma Komasa ha una messinscena decisa e rigorosa, che non concede spazio alla retorica e apre a una serie molto ampia di interpretazioni. In alcuni passaggi, il film avrebbe potuto essere anche più coraggioso e c’è qualche calo di ritmo di troppo, ma al termine della visione rimane più di uno spunto su cui pensare e colpisce anche la buona prova del protagonista Bartosz Bielenia. Un po’ a sorpresa il film è finito nella cinquina dei nominati agli Oscar per il miglior film internazionale nell’anno in cui ha trionfato Parasite di Bong Joon-ho.
Regista polacco già autore di diversi prodotti interessanti, Jan Komasa firma il film della sua definitiva maturità, parlando dell’ossessione cattolica del suo paese natale, dando al suo un film un taglio profondamente sociologico e sostanzialmente politico. La necessità di avere una guida proveniente dalla Chiesa ottenebra gli sguardi degli abitanti del villaggio che seguono il ragazzo più per il vestito che indossa che per le cose che compie e dice: Corpus christi, però, arriva anche a riflettere sull’ipocrisia di una società che non offre reali seconde possibilità e non dà redenzione a chi non ha seguito i percorsi prestabiliti fin dall’inizio. Non è un lungometraggio semplice, come dimostra anche la sequenza conclusiva, ma Komasa ha una messinscena decisa e rigorosa, che non concede spazio alla retorica e apre a una serie molto ampia di interpretazioni. In alcuni passaggi, il film avrebbe potuto essere anche più coraggioso e c’è qualche calo di ritmo di troppo, ma al termine della visione rimane più di uno spunto su cui pensare e colpisce anche la buona prova del protagonista Bartosz Bielenia. Un po’ a sorpresa il film è finito nella cinquina dei nominati agli Oscar per il miglior film internazionale nell’anno in cui ha trionfato Parasite di Bong Joon-ho.
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