Nelly (Inga Landgré) ha diciotto anni e vive serenamente in una cittadina svedese accanto alla madre adottiva Ingeborg (Dagny Lind), insegnante di pianoforte. Un giorno, però, in paese arriva Jenny (Marianne Löfgren), la madre naturale che aveva abbandonato Nelly tanti anni prima: la giovane, nonostante tutto, la segue a Stoccolma dove subirà il fascino della grande città. L'esordio dietro la macchina da presa di Ingmar Bergman è già un'anticipazione di tematiche che toccherà spesso nel corso della sua carriera: la crisi familiare, il passaggio repentino dalla purezza alla scoperta del lato oscuro dell'animo umano e, soprattutto, il conflitto generazionale. Adattando l'opera teatrale La bestia madre del danese Leck Fisher, Bergman firma una commedia funestata da diversi imprevisti: il direttore della fotografia abbandonò il set, numerosi gli incidenti durante le riprese e su tutta l'operazione grava l'imposizione del produttore sulla scelta del soggetto. Nonostante tali premesse e alcuni passaggi narrativi frettolosi e un po' ingenui, il regista riesce miracolosamente a firmare una pellicola più che dignitosa, dal forte spessore umano e valorizzata dall'ottima performance di Dagny Lind nei panni della matrigna: il suo personaggio è eccellente e racchiude quella malinconia trattenuta e silenziosa che sarà propria di tante altre successive donne bergmaniane. Fu un flop ai botteghini.